lunedì 13 luglio 2015

Rimini

Fino a qualche anno fa, Rimini per me era discoteche, adolescenti urlanti, spiagge piene di famiglie schiamazzanti, strade piene di persone sciabattanti, gonfiabili, musica a tutto volume, palette, secchielli e formine, luci al neon e piadina alla nutella. Non ero mai stata a Rimini, se si esclude per una notte durante la gita di terza media, e ne avevo una visione decisamente parziale. Poi, del tutto per caso, ho cominciato ad andarci. E ora non riesco più ad immaginare un anno senza poterci tornare


La mia Rimini è completamente diversa dall'immagine che ne avevo fino a poco tempo fa. Non è solo spiaggia, non è solo mare, non è minimamente caos. E' silenzio, cielo e sabbia. Rumore del mare, luci lungo la costa, profumo di pini marittimi. 



- la mia Rimini è fuori stagione, i bagni non hanno ancora finito di allestire, c'è qualche lettino, gli ombrelloni sono per lo più chiusi, si vede ancora l'immensa distesa della spiaggia. Al contrario di un'amica che prova ansia se non vede i rilievi, io amo gli spazi immensi. Adoro non vedere la fine del cielo, guardare a perdita d'occhio, perdermi a guardare la costa che sembra infinita. Ogni sera, rigorosamente, torno sulla spiaggia a guardare il tramonto - cosa alla quale non sono abituata perché al mare dove sono abituata io il sole scompare dietro al monte nel tardo pomeriggio. E ogni volta, a ogni tramonto, a ogni mattinata davanti al mare, capisco cosa significhi viverci.



- la mia Rimini è Borgo San Giuliano, il Porto Canale, il centro storico. Per quanto ci vada sempre ad inizio estate e muoia dalla voglia di buttarmi in spiaggia, faccio sempre in modo di fare un giro in centro. Una passeggiata tra le case colorate di Borgo San Giuliano, nel silenzio di una mattina di sole, l'aperitivo Dalla Jole e poi la passeggiata lungo il Porto fino al faro e più lontano, fino al Rockisland, a lasciare andare lo sguardo lungo la riviera, un giro tra i negozi del centro, facendo attenzione alle bici - altra cosa alla quale non sono abituata. E anche il pellegrinaggio annuale davanti al Grand Hotel, a ripensare ad Amarcord e a quanto lo ami - anche se non lo guardo da troppo tempo. 



- la mia Rimini è la piadina. Da quando l'ho mangiata lì, praticamente a casa non la mangio più. Non c'è davvero paragone, non ho ancora trovato un posto dove la facciano altrettanto buona e allora mi astengo, aspettando che passi l'anno per tornare a mangiarla in Romagna. La piadina la vado a mangiare alla Casina del Bosco, Dalla Lella, oppure da Nud e Crud. Ogni anno sempre quelli. Non cambio mai, perché dovrei?


- la mia Rimini non è solo Rimini. E' Coriano, dove ho visto un tramonto pazzesco sulle colline, è Santarcangelo, dove credo di aver fatto almeno un centinaio di foto - a ogni angolo, a ogni strada, è la Val Marecchia, la dolcezza delle colline, la grandezza del cielo, che torna sempre, ogni volta. E' una cena fatta, ormai tempo fa, da Vite a San Patrignano, uno di quei momenti perfetti che fai davvero fatica a scordare. 



- la mia Rimini è la sensazione di ritornare a casa, ogni anno. Io non ho mai provato tale sensazione, perché i miei genitori cambiavano meta delle vacanze ogni anno, e ora mi godo questa bellissima emozione di ritornare sempre nello stesso posto, rilassarsi nelle stesse abitudini, scoprire cose nuove, cercare i cambiamenti e tranquillizzarsi per le cose che rimangono sempre le stesse. Ritrovare gli stessi volti, gli stessi sorrisi gentili in albergo, la stessa stanza, che ogni anno ci viene assegnata senza chiederlo, lo stesso accento adorabile, gli stessi negozi dove fare la spesa, lo stesso bagno dove stendersi al sole. Arrivare e sentirsi a casa lontano da casa ti fa sentire bene

E non pensavo l'avrei mai detto, io che me la sono sempre tirata da zingara. Starò mica invecchiando, forse?

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