mercoledì 30 gennaio 2013

3/52 e...Madrid

             

Arrivo all'appuntamento con il 52 Project dopo essere appena rientrata da Madrid e ancora preda di quella classica depressione (di durata variabile a seconda della lunghezza e dell'intensità del viaggio) che mi affligge dopo ogni rientro a casa. Tornata dal viaggio negli USA, a metà ottobre, mi sono curata con l'attesa del concerto dei Black Keys e con il Natale imminente, ora non so cosa mi aiuterà. La primavera? Nah, fuori di sono cumuli di neve grigia e bagnata. La prospettiva di un nuovo viaggio? Uhm, mi sa che per un pò dovrò aspettare, non si vedono possibilità all'orizzonte (tranne le miglia di Alitalia che scadono...forse si vede un po' di luce). Qualche novità sbalorditiva? Direi di no e, visto che ultimamente tutte le news sono state negative, magari va anche bene così. Vabbè, cercherò in qualche modo di uscire da questo stato d'animo cupo in cui penso che altrove è meglio, che è tutto più figo, che tutti sono più felici, che cosa cavolo ci faccio ancora qui, ripetendomi una frase della saggia Camilla: "Siamo sempre e solo di dove vogliamo essere. Il resto è semplice geografia della scusa". Mai parole furono più perfette per descrivere me e la mia situazione. Continuo a lamentarmi di dove vivo, ma non faccio nulla per cambiare le cose. Perché? Ecco qualcosa su cui riflettere.

venerdì 25 gennaio 2013

giovedì 24 gennaio 2013

Sophie Blackall

Come già detto, ho una wishlist che è lunga un chilometro. Anzi, ho molteplici wishlist tematiche qua e là, che provvedo ad aggiornare periodicamente aggiungendo nuovi desideri e togliendo le cose che non mi interessano più. Visto che alla fine praticamente non compro quasi nulla di quanto mi tengo salvato da parte, è un ottimo modo per risparmiare. Ma anche questo l'avevo già detto. Sono noiosa, lo so (ma ho quarant'anni e il colesterolo, ci vuole pazienza).
Comunque, tra le mille cose che ho aggiunto e tolto dalla mia wishlist, ce ne sono alcune che resistono strenuamente e che prima o poi comprerò. Tra queste c'è sicuramente una stampa di Sophie Blackall.


La prima volta che ho visto i lavori di questa illustratrice, non ricordo più dove perché sono passati secoli, me ne sono innamorata. Colpo di fulmine, all'istante, trasformatosi però in amore solido e duraturo, visto che il suo lavoro mi piace sempre di più. Il progetto con cui mi ha conquistata è Missed Connections, in cui trae ispirazione dalla sezione degli annunci personali di Craigslist illustrando storie di incontri in metropolitana, fatti solamente di sguardi senza il coraggio o il tempo di proferire parola, di innamoramenti tra sconosciuti nutriti soltanto di un'occhiata sfuggevole in un museo, in un negozio oppure per la strada. Leggendo gli annunci tra persone che si cercano in una metropoli immensa, Sophie Blackall disegna delle piccole e adorabili poesie surreali, adesso raccolte in un libro (e qui la wishlist si allunga).



Amo questo progetto anche perché è una grandissima dichiarazione d'amore per New York, che è la coprotagonista di queste storie delicate di incontri brevi e di momenti in cui si ferma il tempo, in mezzo al trambusto della città. Sophie Blackall poi è deliziosa (lo si vede in questo video qui, in cui racconta del suo lavoro e del poster scelto dall'MTA per essere esposto nei vagoni della metropolitana newyorchese) e questo rende il suo lavoro ancora più bello. Insomma, l'ho detto, la amo!


mercoledì 23 gennaio 2013

2/52



Eccomi qui con la seconda foto del 52 Project. Dedicata ad uno dei momenti più gioiosi di questo periodo: mettersi a letto, la sera, sotto il piumone con il set nuovo di lenzuola, una tisana di Melissa e un libro da leggere. Un'alchimia perfetta. 

domenica 20 gennaio 2013

Plumcake con pere e prugne



Non ce l'ho fatta a resistere. Dopo quindici, dico quindici, giorni di colazioni a base di fette biscottate, ho dovuto cucinare un dolce. Le fette biscottate mi mettono tristezza. E mi viene fame dopo 10 minuti. Non ce la faccio, non ci riesco. Adoro fare colazione, non posso rovinarmi questo momento così. E quindi, dolce sia. Però, visto il solito problema del colesterolo (e il punto numero 5 dei buoni propositi per il nuovo anno), ho cercato una ricetta senza burro. Dio, che tristezza. Che discorsi da pensionati. Dover rinunciare al burro nei dolci mi fa sentire una povera vecchia inutile. Ma tant'è. Devo affrontare anche questo. E quindi ho scelto questa ricetta, ritagliata tempo fa da un numero di Cucina Moderna e copiata pari pari: il risultato è stato ottimo. Rustico, gustoso, semplice, un dolce praticamente perfetto che neppure risentiva della mancanza del burro. Mi sa che dovrò ricredermi, l'olio potrebbe diventare un fedele alleato. Sigh.

Plumcake con pere e prugne

180 gr. di farina 00 
70 gr. di zucchero
70 gr. di olio di semi
2 uova
100 gr. di latte scremato
10 prugne secche denocciolate
1 pera 
1/2 bustina di lievito per dolci
sale

Ammorbidire le prugne secche nel latte tiepido, strizzarle e tritarle. In una terrina montare le uova con il burro fino a ottenere un composto spumoso, aggiungere a poco a poco la farina, il lievito, l'olio, il latte, il trito di prugne e un pizzico di sale. Versare il composto in uno stampo da plumcake rivestito di carta da forno. Sbucciare e pulire la pera, tagliarla a fettine, disponendole sul dolce immergendole leggermente nell'impasto. Cuocere il plumcake a 180° per 40 minuti (io l'ho poi fatto raffreddare in forno, perché mi sembrava ancora un po' umido). 
Il risultato, come già detto, è un dolce semplice e rustico, perfetto per la colazione. 

Ottimo in abbinamento con questa canzone qui:

venerdì 18 gennaio 2013

Mali.

Chi mi conosce sa che adoro viaggiare. Direi che si capisce anche leggendo questo blog. Viaggiare è la mia linfa vitale, penso ai viaggi praticamente ogni giorno, vivo programmando il viaggio che verrà, ripensando con nostalgia a quelli fatti e sognando sempre nuove mete. Nel corso degli anni sono riuscita a visitare molte delle mie mete speciali (quelle segnate in rosso nella lista dei desideri), come il Giappone, Istanbul, il Messico, l'Argentina, molte sono quelle ancora da vedere e purtroppo ce n'è una che per un po' di tempo rimarrà ancora un sogno: il Mali.
L'interesse per un paese nasce nei modi più strani, un film, una musica, una località, il racconto di qualcuno, un cibo particolare o una foto vista da qualche parte. Per quel che riguarda il Mali, a parte il fascino esercitato da Timbuctu, il mio interesse è nato quando mi sono imbattuta in un articolo che parlava dei fotografi Malick Sidibé: 





mercoledì 16 gennaio 2013

1/52 e un buon compleanno.

Clamorosamente in ritardo e con una netta sfasatura rispetto agli altri (del resto sono sempre stata un po' fuori sincro), inizia oggi il mio 52 Project, una foto alla settimana, nessun tema, se non la voglia di riprendere ad usare la Nikon. La prima foto è quella dei dolci che ho preparato per la festa del mio compleanno, utilizzando la ricetta usata e abusata dei muffin al cioccolato (piacciono sempre, volevo andare sul sicuro) a cui ho aggiunto un po' di glassa e qualche decorazione. Non mi sento ancora di chiamarli cupcakes, ma hanno fatto la loro porca figura. Visto che lo scopo del 52 Project era anche quello di tornare ad usare Flickr, le foto sono anche .
 

Ah, e poi oggi sarebbe anche il giorno del mio compleanno...è arrivato finalmente. Ormai è più di un mese che vado in giro a dire che ho quarant'anni, tanto vale compierli. Che poi non è mica così tragica. Basta non fare un bilancio della propria vita secondo dei canoni standard. Eh, sì perchè allora in quel caso potrei pure uscire di casa e buttarmi sotto il primo treno che passa. Se confronto la mia vita con quella di qualsiasi quarantenne "normale", perdo alla grande: non ho un lavoro e non ho figli, due di quelle voci che molti dei miei coetanei hanno già cancellato da tempo dalla loro to do list. Ma io no (del resto, come dicevo, sono sempre stata fuori sincro). Eppure, sono felice. Il mio compleanno mi ha portato una gioia inaspettata. L'ho atteso con impazienza e ho tanta voglia di festeggiarlo. Peraltro l'ho già festeggiato, ma ho voglia di festeggiarlo ancora. E ancora, e ancora. Che motivi per essere felice ce ne sono. Non avrò lavoro e figli, ma ho un marito meraviglioso (e anche più giovane) che come regalo mi porta a Madrid, amici che mi vogliono bene che mi hanno festeggiata con mille regali e cocktail da favola (ricordo male o è nato anche un cocktail celebrativo della serata?), una famiglia troppo vicina ma anche tanto preziosa, un cane che mi strappa risate a non finire e tanta voglia di scoprire cosa mi riserva il futuro. Quindi va bene così. Ho quarantanni. E via. L'unico problema è che me ne sento venticinque e forse dovrei mettere la testa a posto. Ma forse.

martedì 15 gennaio 2013

Nuovamente su Zelda


Eccomi un'altra volta su Zelda, per la seconda puntata del mio viaggio americano. Questa volta racconto una tappa che ho amato tantissimo, la Monument Valley, dove mi sono stupita ed emozionata come una bambina davanti alla meraviglia più meravigliosa che abbia mai visto. Non potrò mai ringraziare a sufficienza Camilla, che ha voluto che raccontassi il mio viaggio ai suoi lettori, facendomi rivivere momenti di gioia assoluta.

giovedì 10 gennaio 2013

Per me. Ancora!

Il mio compleanno incombe. Si avvicina a grandi passi e, se gli altri anni quasi lo ignoravo, quest'anno mi sento in dovere di festeggiarlo alla grande e in diritto di farmi tutti i regali che non mi sono fatta negli scorsi anni (per il compleanno, nè...che poi durante l'anno occasioni per farmi regali ne trovo sempre). Quindi continuo ad aggiungere libri alla mia lista dei desideri su Amazon e Ibs, compilo infinite wishlist tematiche su word e il mio elenco di preferiti su Etsy conta ormai decine di pagine. Immagino di ordinare cose di qua e di là, di comperare vestiti vintage, e poster musicali, salvo poi temporeggiare talmente tanto da finire per non mettere nulla nel carrello. Si tratta di uno shopping virtuale salva portafoglio che però mi mette allegria. Oggi ho aggiunto questi. Chissà però che stavolta non li ordini davvero!

 

martedì 8 gennaio 2013

52 Project


Untitled

Ieri Camilla, da cui provengono sempre mille ispirazioni e tanta voglia di fare, ha lanciato l'idea di un 52 Project, ossia la pubblicazione settimanale di una foto legata ad una tematica a scelta. Lei ha scelto come tema le piccole e grandi lezioni della vita, io preferisco darmi come obiettivo unicamente la necessità di SCATTARE e pubblicare una foto. Ogni settimana. Con ritmo e costanza.
La macchina fotografica è stata la mia compagna per tanto tempo, in passato la usavo quasi ogni giorno e fotografavo pressochè ogni cosa. Flickr era la mia seconda casa, seguivo i miei contatti con grande ammirazione e imparavo tantissimo. Poi, complice una nuova casa con un'illuminazione pessima e successivamente l'avvento di Instagram (dove anche la foto più marcia può diventare magica, bastano due trucchetti), mi hanno fatto abbandonare la mia Nikon. Riposa nella sua custodia mesi e mesi, finché non arriva il momento delle vacanze e allora ritorna alla vita. Lei è sempre la solita, ma io con il tempo perdo la dimestichezza, l'abitudine, la complicità e disimparo anche le lezioni più semplici. E allora basta. Devo ritornare a usare la macchina fotografica con costanza. Del resto, uno dei miei propositi per il 2013 non era quello di imparare a fotografare? Quindi, quale miglior progetto di quello di essere obbligati a pubblicare una foto settimanalmente?
Pubblicherò la foto ogni mercoledì, partendo dal prossimo, data fatidica del mio compleanno. Sarò già in ritardo clamoroso rispetto alle settimane dell'anno, ma vedrò come fare a recuperare. La foto che ho pubblicato oggi l'ho scelta perché è una della prime foto che ho cominciato a scattare con consapevolezza e perché è tra la prime ad essere state sottoposte al giudizio di un amico esperto, che mi ha insegnato a vedere quello che fotografavo. Ovviamente è imperfetta, (ma poi ci sarebbe anche tanto da discutere sulla perfezione in fotografia), la tecnica non so neanche dove stia di casa, ma non mi importa. Dice quello che volevo dire.

lunedì 7 gennaio 2013

Monica.



Ci sono passioni che ti porti dietro tutta la vita (gli Smiths mi accompagnano da quando avevo sedici anni e gli occhiali grossi, così come la passione per la lingua inglese e i libri), altre nate in tempi più recenti ma altrettanto importanti (l'amore per la serie Gossip Girl, la fotografia e la cucina), altre ancora che sono finite con lo stesso ardore con cui sono nate (vent'anni fa amavo Ligabue e i quadri degli impressionisti, adesso non posso più né ascoltarlo né vederli) e altre, recentissime, che non sai ancora come si trasformeranno nel tempo, ma che per il momento ti coccoli con gioia. Una di queste è la passione per il vintage e in particolare per gli anni cinquanta e sessanta.


Mi perdo nel riguardare vecchi giornali sbiaditi a casa dei nonni, spolvero con amore le copertine dei dischi di mio papà che ascoltavo da bimba (adesso qui potrei tirarmela e sfoderare nomi da storia del rock, ma invece si trattava di Celentano, Patty Pravo, i Giganti e Caterina Caselli. Eh, già, vengo da lì), riguardo vecchie foto e vorrei che mia madre avesse conservato certi suoi favolosi vestiti e ovviamente perdo troppo tempo su Internet a riguardare immagini dell'epoca. E, tempo fa, nel girare qua e là mi sono imbattuta in alcune foto di Monica Vitti. Si può dire che è stato un colpo di fulmine? (Sì, perché le donne amano le donne, sappiatelo. Non credete alla storia dell'invidia.). Sono rimasta a bocca aperta davanti alla perfezione del suo volto, alla profondità dell'espressione, agli occhi che ipnotizzano. Come ho fatto a non accorgermi idi tanta perfezione per tutto questo tempo?



giovedì 3 gennaio 2013

2013

Nutro grandi aspettative per il 2013. L'anno scorso non è stato particolarmente gentile con me e ho tanta voglia di rifarmi quest'anno. Del resto, compio quarant'anni, non può non essere un anno importante. L'anno del mio trentesimo compleanno è stato segnato da cambiamenti fondamentali (sono andata a vivere da sola, ho conosciuto il mio futuro marito, ho fatto il primo viaggio importante) e voglio che sia lo stesso anche per quello dei miei quaranta. Non so ancora cosa succederà, ma deve succedere qualcosa. Ne ho bisogno. Ho bisogno di novità, di cambiamenti, di svolte, di strade nuove. Cosa c'è di meglio di un nuovo anno per tutto questo?
Detto, questo...passiamo ai buoni propositi! Per anni, ho riciclato sempre gli stessi tre buoni propositi: imparare lo spagnolo, dimagrire, imparare a cucinare, poi ad un certo punto, improvvisamente, mi sono resa conto che, incredibilmente - con i miei tempi - li avevo realizzati. Avendoci messo così tanto tempo a concretizzare tre propositi piuttosto semplici, ho deciso di non farne più. Basta. Un motivo in meno per sentirmi una fallita inconcludente (che già me ne creo tanti). E invece quest'anno ritornano i buoni propositi. Sarà l'età, sarà tutta questa aspettativa per il nuovo anno, sarà una maggiore fiducia in me stessa (naaaa), non so cosa sia, ma ho anche l'audacia di scriverli qui, nero su bianco, senza poi poter trovare la scusa di essermeli scordati. Mamma mia. Che donna coraggiosa sono diventata!
Quindi eccoli qui:
1. Trovare finalmente la mia strada. Che non ho più tanto tempo.
2. Andare più spesso al cinema. Togliamo pure il "più spesso", che non ci vado mai.
3. Leggere meno libri. Ma con più attenzione. (e qui c'è qualcuno che sorriderà, lo so)
4. Imparare a fotografare.
5. Abbattere il colesterolo (e mi toccherà cambiare l'header di questo blog in "a casa di Cindy si mangiano pochi dolci, tutti rigorosamente senza burro". Dio che tristezza)
Eccoli qui. Robetta. E che il Signore mi assista. Tanto questo blog non lo legge nessuno e magari lo chiudo anche prima di dicembre. Quindi posso prendermela comoda. Scherzo (forse).